La Long Covid svela le cause degli effetti collaterali dei vaccini
Sapevi che, oltre la Covid-19, esiste la Long Covid-19?
Guarire dal coronavirus non significa avere un tampone negativo. Alcune persone, purtroppo, mostrano i postumi della malattie per diversi mesi, dopo la guarigione. Proprio questo insieme di segni e postumi, che si presentano dopo la negatività alla malattia, prendono il nome di Long Covid-19. Studiare cosa succede a questi pazienti è di grossa utilità per capire gli effetti collaterali dei vaccini a vettore.
Nelle prossime righe scoprirai che gli scienziati distinguono tre fasi della Covid-19 e che grazie agli studi sulla Long Covid hanno potuto comprendere quali meccanismi sembrano responsabili degli effetti collaterali dei vaccini a vettore, tipo AstraZeneca e Johnson.
Seguimi, dai.
Indice
- Tre Covid-19
- Covid acuta
- Long Covid-19
- Che percentuale
- Due scoperte preziose
- Long Covid ed effetti collaterali dei vaccini a vettore
Tre Covid-19
Il Nice (National Institute for Health and Care Excellence), il SIGN (Scottish Intercollegiate Guidelines Network) e il RCGP (Royal College of General Practitioners) hanno elaborato una distinzione per la Covid in base alla durata dei sintomi. Vediamo di cosa si tratta:
- La Covid acuta i cui sintomi durano 4 settimane;
- La Covid persistente sintomatica in cui i sintomi persistono dalle 4 alle 12 settimane;
- La sindrome post Covid i cui sintomi persistono dopo 12 settimane.
Tale distinzione non è correlata alla gravità della malattia. Per intenderci, non è sicuro che chi abbia sofferto molto debba avere postumi oltre le 4 settimane come non è da escludere che chi abbia contratto il virus in forma lieve non possa avere strascichi per lungo tempo, ben oltre le 12 settimane. Prima di addentrarci nella Long Covid e capire il collegamento con i vaccini, proviamo a riassumere i sintomi della fase acuta. Questo ci aiuterà a mettere in evidenza le differenze.
Covid acuta
In questi mesi abbiamo imparato quali e quanti possano essere i segni della malattia da Covid-19. Per una facilità di chiarezza li abbiamo separati per categoria di sintomi. Ecco lo schema:
Sintomi generali
- Astenia
- Febbre
- Dolore
- Sintomi respiratori
- Affanno
- Tosse
Sintomi cardiovascolari
- Senso di oppressione toracica
- Dolore toracico
- Palpitazioni
Sintomi neurologici
- Nebbia cognitiva
- Cefalea
- Disturbi del sonno
- Neuropatie periferiche: intorpidimento, sensazione di punture di spillo
- Vertigini
- Delirium (negli anziani)
Sintomi gastrointestinali
- Dolore addominale
- Nausea
- Diarrea
- Anoressia e riduzione dell’appetito (negli anziani)
Sintomi muscolo-scheletrici
- Dolore articolare
- Dolore muscolare
Sintomi psicologici / psichiatrici
- Depressione
- Ansia
Sintomi otorinolaringoiatrici
- Acufeni
- Otalgia
- Mal di gola
- Perdita di gusto e olfatto
Come vedi, il virus agisce sull’intero organismo, senza risparmiare alcun organo. Rammenta questa affermazione perché a breve ti sarà utile per capire alcuni aspetti nascosti della Long Covid e dell’interazioni vaccinali.
Long Covid
Secondo la linea guida, nella Long Covid si possono nascondere 4 sindromi diverse:
- danni permanenti ad un organo particolarmente colpito dalla malattia, come i polmoni, il cuore o il cervello;
- sindrome da terapia post intensiva, tipo debolezza muscolare per esser rimasti allettati o psichica per aver visto la morte in faccia;
- sindrome da fatica post virale
- sintomi da Covid, tipo una continua difficoltà respiratoria.
Queste 4 sindromi possono comparire assieme, possono fluttuare cioè scemare per poi ricomparire. In pratica la Long Covid non è lineare, non ha un inizio, una durata e una fine, ma in che grado colpiscono?
Che percentuale?
Uno studio coreano ha riscontrato che il 91,1% di 65 persone guarite dalla Covid soffriva di almeno un effetto a lungo termine. Un altro studio condotto in Francia ha mostrato che il 55% era ancora affaticato dopo 100 giorni dall’ammissione in ospedale, che il 42% mostrava difficoltà respiratorie, che il 34% aveva ancora perdita di memoria, che il 28% faticava a concentrarsi e il 30% a dormire.
Due scoperte preziose
Durante gli studi sulla Long Covid, due sintomi sono stati particolarmente approfonditi. Si tratta della nebbia mentale e la caduta dei dienti.
La nebbia mentale
Alcuni pazienti mostrano nel Long Covid i sintomi della nebbia mentale. Parliamo della mancanza di concentrazione, della confusione, della difficoltà a comprendere ed a orientarsi nel tempo e nello spazio.
I ricercatori della Johns Hopkins University e del Brigham and Women’s Hospital di Boston hanno trovato delle cellule grandi ed insolite nel cervello dei pazienti affetti da nebbia. Erano cellule del midollo osseo. Le stesse che quando si frantumano danno origine alle piastrine, necessarie per la coagulazione del sangue. Come sono arrivate fin lì? Lo studio (pubblicato su JAMA Neurology) rivela che la Covid causa una infiammazione dei tessuti polmonari, creando delle aperture che consentano a queste grandi cellule di viaggiare per raggiungere il cervello, dove rimarrebbero intrappolate dai vasi sanguigni più piccoli. Se questo effetto potrebbe non stupire più insolito appare la patologia che colpisce i denti.
I denti cadono
Proprio in questi giorni è partito uno studio sui possibili disturbi di denti causati dal Covid. Diverse persone che si sono negativizzate da mesi, ma che ancora accusano i sintomi dell’infezione, hanno riferito problemi alle gengive, scolorimento e perdita improvvisa dei denti non accompagnata da sangue o fastidi.
Perché? Sappiamo che la Covid causa i coaguli di sangue, ostruendo i vasi sanguigni, e può ridurre l’apporto di ossigeno ai tessuti. Uno di questi tessuti è proprio la polpa dentaria, il tessuto vivo dei nostri denti. In assenza di sangue ed ossigeno, i denti potrebbero cadere. Proprio l’ostruzione dei vasi sanguigni motiverebbe la mancata perdita di sangue, durante la caduta dei denti.
E siamo finalmente arrivati al punto essenziale. Come si collegano gli studi sulla Long Covid, come i due esempi citati, agli effetti collaterali dei vaccini a vettore?
Long Covid ed effetti collaterali dei vaccini a vettore
Sappiamo che i postumi nella Long Covid alla fine passano, anche se il tempo varia di molto. Alcune persone recuperano il 95% delle funzionalità in due mesi, per altre il recupero è del 10 % dopo 9 mesi! Ma perché accade? Proprio nel tentativo di dare una risposta esaustiva a questa domanda, la scienza ha fatto alcune scoperte sorprendenti, che si stanno rivelando utili anche per la comprensione delle problematiche relative ai vaccini a vettori, tipo AstraZeneca e Johnson.
L’ipotesi è che la Covid produca una reazione infiammatoria che comprenda il cervello e gli altri organi contemporaneamente.
Una infiammazione generale che colpisce ovunque. Ci sono alcuni pazienti che possono mostrare fragilità ai polmoni, altre alle ossa, altre negli organi dell’apparato digestivo e così via.
La Long Covid comprende una varietà di segni proprio a causa dell’attacco generalizzato da parte del virus.
Qualunque sia l’attacco, però, sappiamo che il punto di partenza sono sempre l’infiammazione e la risposta del sistema immunitario, che porta alla formazione di coaguli.
Dove si trovano questi coaguli? Sparsi qui e là.
Dunque l’attacco agli organi inizia con un coagulo.
I vaccini a vettori – questa è l’ipotesi – in alcuni rarissimi casi determinano i coaguli, come se si sviluppasse la malattia. Capire perché questo accada, perché solo in alcuni pazienti, può essere d’aiuto per capire cosa accade nella Long Covid, e come procedere per aiutare i pazienti, e viceversa: studiare la Long Covid è dunque utile per studiare vaccini più sicuri.
Conclusione
Per capire quanto sia importante questa duplice osservazione, devi sapere che è notizia di questi giorni che un gruppo di ricercatori del King’s College di Londra ha verificato che esiste un farmaco antiparassitario intestinale, vecchio di 50 anni, che risulta efficace nel bloccare i coaguli. Se hai letto l’articolo sul meccanismo di funzionamento dei vaccini, sai che il virus usa una chiave (Spike) per accedere nella cellula. Questa chiave attiva un meccanismo che porta alla fusione delle cellule (proteina TMEM16F). La Niclosamide blocca questa chiave.
Capisci? Siamo all’inizio, non c’è dubbio, ma in un colpo solo cominciamo a capire come curare i pazienti durante la Long Covid e possiamo progettare vaccini con minori effetti collaterali. C’è di che sperare! Nel frattempo, mascherina e proteggi gli altri!
*Le informazioni non costituiscono un parere professionale e non intendono sostituire la ricerca di un consulto individuale con un medico o altri professionisti sanitari qualificati. Il lettore non deve tralasciare o ritardare la ricerca di un parere medico a seguito delle informazioni reperite su questo sito.
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