Farmacista Di Gagliato

Le varianti del Covid-19 e i nuovi vaccini

Tempo di lettura: 3 minuti

Sapevi che le nuove varianti del Covid-19 rischiano di compromettere il piano vaccini? L’Italia sta approntando il piano pandemia per raggiungere l’immunità di gregge in tempi brevi, tramite le vaccinazione di massa, ma le varianti del Covid-19 e i nuovi vaccini mettono in difficoltà la realizzazione del progetto.  Cosa non sta funzionando e cosa dobbiamo aspettarci?

Nelle prossime righe scoprirai cos’è una variante, quante ce ne sono e come i nuovi vaccini dovranno fronteggiarle.

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Indice

  • Il Coronavirus usa una chiave
  • Le varianti del Covid-19
  • Il vaccino prima della variante del Covid-19
  • I vaccini dopo le varianti
  • Il piano pandemico contro le varianti e i nuovi vaccini

Il Coronavirus usa una chiave

Il Covid-19 si comporta come il virus influenzale. Non è in grado di replicarsi da solo, non ha l’attrezzatura utile e necessaria. Per fare il suo sporco lavoro deve entrare nella cellula, utilizzando una chiave di ingresso (Spike), e approfittare delle strutture qui presenti. Questa operazione deve essere fatta evitando di essere riconosciuto dal sistema immunitario, il quale lo attaccherebbe con gli anticorpi. Il modo migliore per sfuggire alle sentinelle del tuo corpo è travestirsi, mutare, cambiare qualche piccola caratteristica del suo aspetto. Così nascono le varianti del Covid-19 e i nuovi vaccini vanno in crisi.

Le varianti del Covid-19

Si, ma cosa muta? Cosa cambia, in effetti, in un virus? L’intento del coronavirus è sopravvivere e replicarsi. Variare è l’unico modo che conosce. Prova a variare continuamente e qualche volta, purtroppo per noi, le varianti del Covid-19 funzionano meglio. La loro struttura diventa meno riconoscibile dal sistema immunitario, a cui sfugge di conseguenza.

Questo significa automaticamente che la variante è più pericolosa? No. Una variante può essere più o meno pericolosa e più o meno contagiosa. Occorre studiarne gli effetti sul corpo umano per capirne le caratteristiche e dedurne approcci terapeutici diversi.

Attualmente, abbiamo in Italia diverse varianti, ma sono particolarmente contagiose solo 4 varianti del Covid-19 e i nuovi vaccini si mostrano in difficoltà. Ci sono la sudafricana, la brasiliana, la tanto temuta variante inglese, caratterizzata dall’essere estremamente più contagiosa, ed una quarta identificata in questi giorni a Napoli, di cui conosciamo poco le caratteristiche.

Il vaccino prima della variante del Covid-19

Un vaccino antiCovid-19 è una scatola (vettore) che contiene le informazioni per istruire il sistema immunitario a riconoscere il virus quando lo incontra. L’informazione più semplice qual è? Quella relativa alla chiave (Spike) che il virus usa per aprire la “porta” della cellula. La chiave è proprio la parte che cambia di meno, tra le tante mutazioni del virus necessarie a creare le varianti. Il motivo è semplice: la serratura della cellula non cambia! Il vaccino aiuta, in pratica, il sistema immunitario a produrre velocemente gli anticorpi, necessari a riconoscere la chiave.

Il vaccino dell’AstraZeneca usa un vettore che possiede le indicazioni dello Spike del Covid-19, ma queste informazioni sono in forma “grezza”. Come se la chiave fosse rappresentata da 20 dettagli precisi e l’AstraZeneca insegnasse al sistema immunitario a riconoscerne solo 10.

Il Vaccino Sputnik è in realtà l’accoppiata di due vaccini. Nella prima iniezione si usa un vettore che porta in forma grezza le informazioni sulla chiave. A differenza dell’AstraZeneca, nella seconda iniezione si usa un vettore diverso per trasportare le stesse informazioni. La scelta è stata fatta per evitare il rischio che il sistema immunitario possa riconoscere come estraneo il primo vettore (reazione autoimmunitaria), e possa produrre anticorpi che distruggano la scatola con le preziose informazioni, riducendo così l’efficacia del vaccino stesso.

I vaccini a mRNA, tipo Pfizer e ModeRNA, sono così diversi? La differenza sta nel fatto che le informazioni sulla chiave non sono grezze, ma precise e accurate. Il cosiddetto RNA porta in sé la replica fedele e puntuale della chiave.  

Questa differenza nella qualità delle informazioni che raggiungono il sistema immunitario si traduce in una diversa efficacia. L’AstraZeneca è efficace fino al 59,5 per cento, lo Sputnik al 91 per cento e i due vaccini a mRNA intorno al 95 per cento. Questi valori cosa indicano? Misurano la capacità media (in percentuale) di proteggere dal rischio di contagio. Negli anni, scopriremo poi se un vaccino è più efficace negli anziani piuttosto che nei giovani, nelle donne piuttosto che negli uomini e così via… stabiliremo cioè se un vaccino è più adatto ad un sottogruppo della popolazione, rispetto ad un altro, e potremo fare una scelta più consapevole.

Attenzione! Efficacia non significa l’immunità totale. Un vaccino può ridurre il rischio di sviluppare la malattia, ma ancora non sappiamo se un vaccino – e quale vaccino poi – possa ridurre la capacità di contagio, quel che si dice la “carica virale”. In parole povere, cosa implica? Che ti vaccini, ti contagi, non sviluppi la malattia, ma non sai se sei ugualmente contagioso per gli altri. Le precauzioni, infatti, rimangono anche per chi è già stato vaccinato.

C’è dell’altro, purtroppo. Le varianti del Covid-19 e i nuovi vaccini sembrano dialogare poco. Vediamo il perché.

I vaccini dopo le varianti

Hai imparato che il Covid-19 muta nel tentativo di sopravvivere e che la chiave risulta essere la parte che muta meno. Si, ma anche un piccolo cambiamento può determinare una riduzione dell’efficacia del vaccino. Perché le varianti del Covid-19 e i nuovi vaccini non dialogano?

I vaccini che portano informazioni grezze favoriscono la produzione di anticorpi, che possono avere difficoltà a individuare la chiave leggermente mutata. Hai letto che l’AstraZeneca veicola una informazione grezze della chiave, con meno dettagli. La variante inglese e quella sudafricana hanno mutato un dettaglio della chiave che il vaccino AstraZeneca possedeva, riducendo così la sua efficacia. Hai letto, infatti, che il Sudafrica ha interrotto la somministrazione di questo vaccino perché è risultato inefficace. I vaccini ad mRNA, portano informazioni più dettagliate della chiave, ecco perché le varianti vengono riconosciute e bloccate efficacemente. Per ora! Nulla esclude che le nuove varianti superino anche i vaccini ad mRNA.

Il piano pandemico contro le varianti e i nuovi vaccini

L’Italia ha approvato un piano per raggiungere un certo grado di immunità di massa e bloccare la circolazione del virus. Due fattori sono essenziali: la velocità di somministrazione dei vaccini e dei buoni vaccini.

La velocità è legata alla difficoltà di reperire i vaccini (di cui hai letto in questi giorni) e alla semplicità di somministrazione. I vaccini ad mRNA richiedono condizioni d’uso complicate, mentre gli altri potrebbero essere somministrati dai medici di base.

I buoni vaccini non sono scontati. La Scienza ha fatto progressi enormi e in meno di un anno ha prodotti diversi vaccini con un’alta efficacia. Devi ricordare però che la battaglia tra un vaccino ed il “suo” virus è una battaglia costante, fatta di modifiche continue, tra varianti del Covid-19 e i nuovi vaccini che portano le informazioni.

Conclusioni

Alcuni si chiedono che senso abbia ricevere un vaccino che mostri una efficacia pari al 60 per cento. Meglio sarebbe aspettare un vaccino più capace?  La domanda è plausibile, ma la risposta può essere solo NO!

Noi abbiamo due aspettative diverse: far guarire chi è malato ed evitare che il virus circoli. La mobilità del virus si attenua quando incontra una popolazione che possiede delle armi per contrastarlo. Le mascherine, il distanziamento e i vaccini rappresentano queste armi. I vaccini, più o meno efficaci, rappresentano comunque un baluardo ostico per il virus, non lo sottovalutare. Nel peggiore dei casi, meglio essere protetti parzialmente che non esserlo affatto. Inoltre, il virus può mutare quando trova delle condizioni ambientali idonee. Se circola in una popolazione vaccinata è più difficile che trovi condizioni e tempo adatti per avviare una mutazione. Il vaccino protegge tutti dal rischio di nuove mutazioni!

Le varianti del Covid-19 e i nuovi vaccini si fronteggiano in un campo di battaglia, che è il nostro corpo. Dobbiamo fare presto ed augurarci che la Scienza ci stupisca con nuove formulazioni più efficienti e pronte. Ci vuole tempo e purtroppo ne abbiamo poco.

*Le informazioni non costituiscono un parere professionale e non intendono sostituire la ricerca di un consulto individuale con un medico o altri professionisti sanitari qualificati. Il lettore non deve tralasciare o ritardare la ricerca di un parere medico a seguito delle informazioni reperite su questo sito.