Farmacista Di Gagliato

Perché dovrei vaccinarmi?

Tempo di lettura: 4 minuti

Bella domanda: perché dovrei vaccinarmi?
Sono trascorsi ben 8 mesi dall’inizio della campagna vaccinale in Italia e la sperimentazione sul campo dei nuovi vaccini ha lasciato il segno, producendo dubbi e ansia nella popolazione.
Alla paura del Covid-19 si è aggiunta la paura del vaccino e ora ti ritrovi a domandarti: perché dovrei vaccinarmi?

Era prevedibile, d’altronde. Come dimenticare le vicissitudini del vaccino AstraZeneca? E la novità dei farmaci a mRNA? Per non parlare dei limiti di età per la somministrazione che salivano e scendevano, a seconda degli effetti collaterali segnalati?
In questi mesi, ti abbiamo svelato ogni caratteristica del Covid-19.

Ora, affrontiamo le tue incertezze sul vaccino Covid. Perché? Devi fare una scelta consapevole perché se aspetti che tutto passi, senza fare qualcosa, sarà peggio.

Cosa scoprirai, dunque, nelle prossime righe? Che i dubbi sono leciti e meritano una risposta.

Scrivici, se ti siamo stati d’aiuto o se qualche dubbio nuovo ti assale.
Seguici, dai.

Indice

Il vaccino è un farmaco
• Ne vale la pena
• Il vaccino mi trasformerà
• E se producesse effetti negativi in futuro
• Ma io faccio una vita tranquilla e poi basta che lo facciano tutti gli altri
• Arriva la Mu
• Sono in gravidanza oppure allatto
• Ho una patologia e non voglio rischiare
• Conclusione

Il vaccino è un farmaco

L’ovvietà, a volte, è d’obbligo. Affermare che il vaccino sia un farmaco è il punto di partenza per ogni ragionamento. (In un precedente articolo trovi in dettaglio cosa sia il vaccino Covid).

Se hai un mal di gola, cosa fai? Andrai dal medico e ti prescriverà un antibiotico, se lo riterrà opportuno. Perché accetti di assumerlo? Perché ti fidi del sapere del medico, che da sempre ti cura, e ti fidi del farmaco, la cui sperimentazione testimonia che non ti ucciderà.

Con il vaccino, invece, la storia si fa nuova e diversa.
Quando è arrivato il tuo turno, hai preteso risposte certe sulla malattia ed il farmaco, ma il medico non poteva ostentare la sicurezza, che desideravi. Hai visto i suoi occhi intrisi di incertezze, hai ascoltato i dubbi sulla giovinezza del farmaco ed hai avuto paura. Era ovvio.

Adesso, però, dopo tanti mesi, tanti studi pubblicati e tante dosi iniettate è giunto il momento di farsi la domanda del momento: perché dovrei vaccinarmi?

Ne vale la pena?

Per rispondere a questa domanda devi valutare il rapporto rischio-benefici! In soldoni: ne vale la pena?
Che significa? Facciamo prima due considerazioni.

La prima è semplice: il tasso di morti da Covid-19 era molto alto. Dunque, il rischio di morire per il coronavirus era maggiore del rischio di dover usare un farmaco sconosciuto.

E la seconda considerazione? È subdola, nascosta tra l’esigenza di pochi. Prova ad avere bisogno di una prestazione sanitaria in ospedale e scoprirai che la Sanità italiana è al collasso.

In pratica, uccidere il virus significa tornare alla normalità e riportare in vita la Sanità.

Prima di rispondere, ti chiediamo di attendere ancora qualche riga. Ti offriamo una carrellata delle osservazioni più comuni, giunte via mail.
Potrebbero essere utili a raggiungere la consapevolezza necessaria per fornire la risposta che ti chiediamo. Vedrai che chiedersi perché dovrei vaccinarmi assume nuovi significati

Il vaccino mi trasformerà?

Nel vaccino… c’è solo il vaccino. Si tratta di un frammento della chiave (Spike) che serve al virus per entrare nella cellula (Qui trovi l’articolo esaustivo sullo Spike) oppure le istruzioni (mRNA) per produrla.

Non modifica il DNA, non contiene feti morti né materiale OGM e dopo 5 miliardi di dosi possiamo assicurare che non migliora la ricezione del 5G.

E se producesse effetti negativi in futuro?

Può capitare che dopo diversi anni si possa scoprire che un tal farmaco abbia effetti collaterali, non previsti dalla prima sperimentazione. Non a caso, esiste il servizio di farmacovigilanza, il cui compito è sorvegliare, raccogliere i dati e verificare se ci possa essere un effetto imprevisto e dannoso per la salute.

Vale lo stesso per i vaccini? Si, ma la storia dei vaccini ci aiuta in questo senso. Finora, tutti i vaccini somministrati in questi anni hanno mostrato effetti collaterali entro i primi 10 giorni nel 99,8% dei casi, poi niente.

Il vaccino Covid non è diverso dai precedenti, semplicemente perché è un vaccino.

Questo non basta? Credi che, in fondo, potresti evitare di chiederti perché dovrei vaccinarmi dato che la tua vita sociale è ridotta al minimo? Approfondiamo insieme.

Ma io faccio una vita tranquilla e poi basta che lo facciano tutti gli altri

Nell’articolo di agosto avevamo già anticipato che non avremmo raggiunto l’immunità di gregge. Non siamo stati profetici, avevamo solo studiato l’andamento della campagna vaccinale nei vari paesi industrializzati.

Ti ricordiamo che l’immunità avrebbe costretto il virus a sbattere contro una grossa barriera con l’auspicio di ridurre la sua aggressività e renderlo meno pericoloso, come i suoi parenti stretti.

Noi non siamo stati spediti nella vaccinazione (vedi cosa è successo in Israele ed Inghilterra), ma se pur l’avessimo fatto, sarebbe servito a poco. Il resto del mondo ha basse percentuali di vaccinazioni.

Questo cosa significa? Che a forza di saltellare come un grillo, la possibilità di una mutazione, di una variante, che buchi il vaccino è alta. A quel punto, non ci sarà amico vaccinato che possa proteggerti. Pensi sia poco probabile?

Arriva la Mu

Tocca smentirti. In Colombia è stata identificata la Mu, già considerata altamente resistente agli anticorpi prodotti dai vaccini (7,5 volte in più) e agli anticorpi dei pazienti (12,4 volte in più), che hanno già avuto il Covid-19.
La sua capacità di trasmissione è dovuta alla presenza di ben otto mutazioni, rispetto alla Delta.

Non sappiamo se sia più pericolosa, giacché i dati sono insufficienti, ma il rischio che soppianti la Delta è alto, se non blocchiamo la circolazione del virus.

Avevamo una possibilità: essere tutti vaccinati prima dell’arrivo di una variante, capace di insinuarsi nella nostra barriera farmacologica.

Abbiamo fallito? Forse possiamo riuscirci ancora! Ecco, prima di rispondere al quesito perché dovrei vaccinarmi potresti riflettere su questa possibilità.

Dobbiamo, dunque, procedere spediti, senza timore?
No, ci sono delle condizioni di opportunità da valutare con il medico di fiducia. Facciamo alcuni esempi.

Sono in gravidanza oppure allatto

I dati sulla vaccinazione in gravidanza sono rassicuranti. Il periodo indicato è tra la 12esima e la 27esima settimana e gli anticorpi prodotti sono più resistenti e duraturi di quelli prodotti con la malattia.

Sull’allattamento i dati sono da valutare con il rispettivo pediatra. Risulta, infatti una possibile riduzione del latte materno in una quantità che va dal 5% al 30%.

Ho una patologia e non voglio rischiare

Durante la campagna vaccinale sono stati raccolti molti dati e oggi sappiamo che possono esserci delle patologie, per le quali è opportuna una riflessione aggiuntiva sull’opportunità della vaccinazione.

La Società di Neurologia italiana, giusto per fare un esempio, ha inaugurato il progetto Neuro-Covid, utile a raccogliere tutta la documentazione relativa ai vaccinati, affetti da patologie neurologiche, fornendo così gli strumenti utili per la valutazione vaccinale.

Conclusione

Diversi mesi addietro, alle tue domande legittime non è stata data una risposta chiara e certa. Oggi, dopo miliardi di dosi, lo specialista ed il medico di fiducia hanno gli strumenti idonei a rispondere e risolvere i tuoi dubbi, che meritano più attenzione.
Approfittane e chiedi.

Una lettrice ci ha chiesto: quando torneremo alla normalità? La normalità, la nuova normalità è questa. Dobbiamo combattere il virus, sperando che si stanchi e si trasformi in uno dei tanti coronavirus, che possono essere fastidiosi come un raffreddore.

Noi crediamo che la battaglia si conduca con il vaccino, la mascherina ed il disinfettante. E tu cosa farai? Attenderai ancora?

*Le informazioni non costituiscono un parere professionale e non intendono sostituire la ricerca di un consulto individuale con un medico o altri professionisti sanitari qualificati. Il lettore non deve tralasciare o ritardare la ricerca di un parere medico a seguito delle informazioni reperite su questo sito.