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La plastica inquina il corpo

Tempo di lettura: 4 minuti

La plastica inquina il corpo

L’inquinamento causato dalla microplastica è l’emergenza ambientale più seria che l’uomo debba contrastare. Sapevi, però, che la plastica inquina anche il tuo corpo? A conferma del pericolo imminente, è stata pubblicata una recente ricerca condotta dall’Ospedale Fatebenefratelli di Roma e dal Politecnico delle Marche che ha individuato la presenza di microplastiche e di microparticelle nella placenta di alcune partorienti, svelando così uno scenario inquietante: la presenza di plastica all’interno di un neonato!

Vorresti sapere a quale rischio sottoponi la tua salute e quali precauzioni dovresti assumere per evitare che la plastichi inquini il tuo corpo?

Nelle prossime righe scoprirai come le microplastiche e le microparticelle entrano nel corpo, quante se ne accumulano e quali effetti possono determinare sulle funzioni dell’organismo. Imparerai anche come proteggere il corpo dalla minaccia ambientale.

Seguimi, dai!

Indice

  • Quale plastica inquina il tuo corpo
  • La plastica nell’aria
  • La plastica nel cibo
  • Dove si accumula la plastica
  • Le conseguenze per l’organismo
  • Suggerimenti su come ridurre l’inquinamento

Quale plastica inquina il tuo corpo

L’Italia riversa in natura mezzo milione di tonnellate di materiali plastici, che finiscono a ridursi in frammenti sempre più piccoli, definiti microplastiche. La più diffusa è il polipropilene colorato, con cui si fanno le bottiglie di plastica e i tappi ed è purtroppo la più presente nell’organismo. Già, ma come entra nell’organismo? Come riesce questa plastica ad inquinare il corpo? Le vie di diffusione delle microplastiche, in generale, sono tre: l’aria, l’alimentazione ed il contatto con la pelle.

La plastica nell’aria

Soffermiamoci prima su quel che respiri. Conosci la pericolosità dei fumi, delle polveri sottili e delle particelle sospese nell’aria, ma ti sei mai soffermato su quanta plastica respiri? Per darti una misura del pericolo ti segnalo i risultati di due ricerche condotte in tempi diversi e in luoghi diversi. Nel primo studio, (https://www.nature.com/articles/s41561-019-0335-5) una equipe ha campionato, per diversi giorni, le microplastiche in una zona montana a 1425 metri sul mare, nei pressi dei Pirenei francesi, e il risultato ottenuto è che si depositano all’incirca 250 frammenti per metro quadro, al giorno. Questo in una montagna sperduta. E in città? A fornire una risposta ci aiuta la seconda ricerca in cui (https://www.publish.csiro.au/EN/EN14167) la campionatura è stata fatta a Parigi: la microplastica è stata trovata nei fiumi, nelle acque reflue e per l’appunto nell’aria, sempre in notevoli quantità. La conclusione delle due ricerche è unanime e senza appello: il vento trasporta le particelle dai mari ai monti, dal cielo ripiomba sulle città ed è così che, respirando,  la plastica inquina il corpo. Le immagine che vedi sono un esempio di quanto plastica respiri e, soprattutto, cosa respiri. E quando mangi, invece? La situazione migliora? Prima di addentrarci sull’alimentazione, voglio farti notare una cosa. La plastica si deposita, a causa del vento, pure sui fiori ed entra nel polline. Le api poi trasporteranno le microparticelle negli alveari ed esse rientreranno nel miele per arrivare a noi.

fibra di plastica
fibra di plastica

Questo ne è un esempio. Come vedi, ci vuol poco. Scopriamo adesso quanta plastica compare nel cibo che mangi.

La plastica nel cibo

Innanzitutto devi capire come la plastica riesca a contaminare il cibo. Le prime fonti sono gli imballaggi e i contenitori per bevande e cibo, che rilasciano minuscole particelle di plastica. Parliamo di quantità infinitesimali, che vanno ad aggiungersi, però, alla plastica che assumiamo direttamente con gli alimenti. Vuoi sapere di quali alimenti parliamo? Cominciamo dall’acqua.

Acqua

Un esempio è proprio l’acqua potabile e nei suoi derivati. A tal proposito, una recente ricerca dell’Università di Newcastle ha letteralmente pesato (nei diversi continenti) la quantità di plastiche presenti nell’acqua, che beviamo a tavola, e quindi nei suoi derivati come la birra, le bevande a base d’acqua, e perfino il sale. Conclusione? Secondo i dati ottenuti, la ricerca stima che la plastica inquina il corpo fino a circa 20 grammi mese! Passiamo agli animali che vivono nell’acqua.

Pesci

Se l’acqua è inquinata, si può facilmente immaginare come i pesci siano tra gli animali che più facilmente introducono plastica. Ricorderai le immagini delle balene soffocate dalle plastiche, vaganti negli oceani. Ebbene, anche nel pesce che arriva sulle nostre tavole si trovano percentuali non trascurabili di microplastiche. Di che percentuali parliamo? Greenpeace ha recentemente pubblicato un dossier (https://www.greenpeace.org/static/planet4-italy-stateless/2020/07/6db7aa86-report-may-day-sos-plastic_luglio-2020_def.pdf) in cui si fa una stima della quantità assunta dai pesci. Si parla di 158 microparticelle su  308 pesci analizzati, con una preponderanza di poliestere. Inoltre, fa una differenza tra i pesci che vivono sui fondali, come lo scorfano e la razza, risultati più inquinati e i pesci nuotatori, come il pesce spada ed il tonno, che mostrano una minore presenza di particelle e un minor rischio che la plastica possa inquinare il corpo.  Finiamo ora con gli animali che bevono l’acqua.

Animali da allevamento

Gli animali da allevamento possono ingerire le microplastiche, respirando aria inquinata, bevendo acqua contaminata e mangiando mangime contaminato all’origine. La plastica si diffonde poi ai derivati come carne, latte, uova, etc. e da qui a noi. Semplice e lineare!

Le quantità?

A questo punto vorrai sapere di che quantità parliamo, vero? Uno studio dell’Università di Vienna casca a fagiolo. Hanno monitorato 8 partecipanti di diversi paesi europei, che avevano diverse abitudini alimentari, e poi hanno analizzato le feci. Risultato? Nove (9!) tipi diversi di microplastiche presenti, con una preponderanza di Polipropilene ( con cui si produce il tappo di bottiglia ) e PET (quello con cui si produce la bottiglia), e 20 frammenti di plastica per ogni dieci grammi di feci. Bene, ora sai come la plastica inquina il corpo, ma vorrai sapere dove va a finire, una volta entrata.

Dove si accumula la plastica

La conferma di assunzione delle microplastiche attraverso il cibo è stata confermata dalla loro presenza nelle feci. L’intestino, quindi, assorbe e veicola la plastica ai vari organi. Quali, in particolare? Varun Kelkar, dell’Arizona State University, ha dimostrato che la plastica inquina il corpo, raggiungendo il fegato, la milza, i polmoni, i reni ed il cervello. Non solo! Una recente ricerca si è focalizzata su come ci si una correlazione tra inquinamento delle microplastiche e la disfunzione sessuale. Aspettiamo la validazione dei risultati, ma le indiscrezioni fanno temere il peggio!

Le conseguenze per l’organismo

Gli studi sono ancora in fase iniziale. Allo stato attuale sappiamo, però, che danneggiano il Microbioma e, di conseguenza, a cascata possono interferire con tutte le funzioni che sono influenzate dalla flora, in particolare il Sistema Nervoso Centrale ed il Sistema Immunitario. Per valutare l’impatto sugli altri organi occorre ancora del tempo e lo sviluppo di procedure di analisi, che ancora non esistono. Questo non esclude, però, che qualcosa possiamo fare.

Suggerimenti Su Come Ridurre l’Inquinamento

Si, perché adesso sai che la plastica inquina il corpo e l’entità di questo inquinamento è rilevante. Nell’attesa che siano più chiare le conseguenze di questo inquinamento, occorre adottare una maggiore precauzione nelle tue abitudini. Tocca essere concreti, non possiamo ammettere rigidità che rendano complicata la nostra vita. Non puoi eliminare il pesce, piuttosto che il latte. Non puoi focalizzarti su questo piuttosto che su quello. Perderesti la variabilità alimentare, che è fondamentale per il tuo organismo.

Puoi, però, adottare semplici rimedi. Evita la plastica monouso per gli alimenti. Preferisci i contenitori di vetro per conservare il cibo, anche per il frigo. Non comprare ingenti quantità di acqua in bottiglie di plastica, che ti rimangono in dispensa per un mese. Meglio poco per volta, così ridurrai il tempo di conservazione tra lo stoccaggio e l’uso a tavola. Preferisci la fonte industriale che si trova a minore distanza da casa tua. In ultimo: aumenta la quantità di antiossidanti e fibre. I primi contribuiscono a ripulire il tuo organismo; le seconde ad accelerare il passaggio del cibo nell’intestino, riducendo così la possibilità di accumulo di sostanze estranee. Chiaro, no?

C’è qualche aspetto che vuoi approfondire? Non sai quali antiossidanti prediligere? Le fibre ti sembrano tutte uguali? Scrivimi, è facile! Per il resto seguici sul Blog, sulla pagina Facebook ed Instagram per tutte le novità. Alla prossima.

 

*Le informazioni non costituiscono un parere professionale e non intendono sostituire la ricerca di un consulto individuale con un medico o altri professionisti sanitari qualificati. Il lettore non deve tralasciare o ritardare la ricerca di un parere medico a seguito delle informazioni reperite su questo sito.

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