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malattie cardiovascolari e diabete

Malattie cardiovascolari e diabete

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Lo scorso agosto si è svolto ad Amsterdam il congresso annuale dell’European society of cardiology (Esc), associazione professionale indipendente senza scopo di lucro e non governativa che lavora per promuovere la prevenzione, la diagnosi e la gestione delle malattie del cuore e dei vasi sanguigni e migliorare la comprensione scientifica del cuore e del sistema vascolare. Nell’evento sono state presentate le nuove linee guida per le malattie cardiovascolari nelle persone con diabete.

Le linee guida enfatizzano l’importanza dello screening per il diabete nei pazienti con malattie cardiovascolari e viceversa, oltre alla valutazione del rischio renale. Raccomandano, inoltre, lo screening annuale per il danno renale nei pazienti diabetici e l’uso di terapie specifiche per ridurre i rischi. Per la prima volta, le linee guida suggeriscono uno screening specifico per la fibrillazione atriale nei pazienti diabetici. Infine, sottolineano l’importanza dei cambiamenti nello stile di vita come strumento fondamentale per la prevenzione e la gestione del diabete, raccomandando l’esercizio fisico quotidiano e una dieta mediterranea.

Il professor Nikolaus Marx, ha sottolineato che «i pazienti con diabete di tipo 2 corrono un rischio da due a quattro volte maggiore di sviluppare malattie cardiovascolari (Cvd) con le sue manifestazioni di malattia coronarica (Cad), insufficienza cardiaca (Hf), fibrillazione atriale (Fa) e ictus, nonché malattie delle arterie aortiche e periferiche». Secondo Marx, «il diabete è un importante fattore di rischio per lo sviluppo della malattia renale cronica (Irc) che a sua volta peggiora la funzione cardiaca. In tutti i casi poi, la prognosi è peggiore. Ad esempio, la morte per malattie Cv è del 50-90% più alta nei soggetti con insufficienza cardiaca associata al diabete, rispetto a quelli con la sola insufficienza cardiaca». Alla luce di quanto evidenziato, Marx ha precisato che «le nuove raccomandazioni prevedono l’uso degli inibitori Sglt2 e/o gli antagonisti del recettore Glp-1 per ridurre significativamente il rischio di infarto e ictus in tutti i pazienti con diabete e malattia Cv. Un obiettivo speciale è poi la gestione dell’insufficienza cardiaca: i pazienti con diabete, infatti, presentano un rischio da due a quattro volte superiore rispetto a quelli senza diabete: la terapia con inibitori di Sglt2 ha ridotto le probabilità di ricovero e morte». 

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