Sentire le voci
Il recente episodio dell’omicidio di Chiara Gualzetti, da parte di un coetaneo, ha portato agli onori della cronaca il disagio di sentire le voci.
Non sappiamo se l’autore dica la verità, ma siamo a conoscenza che le persone capaci di sentire le voci in Italia sono circa due milioni e nel mondo circa 140 milioni. I dati sono ovviamente sotto stimati, giacché in molti preferiscono rifugiarsi nell’ombra, temendo di essere allontanati o presi semplicemente per matti.
Se pensi che udire le voci sia un sintomo di follia allora ti conviene leggere le prossime righe e scoprirai quanto ascoltare una voce sia un fenomeno assai frequente, che le voci possono essere familiari e amichevoli oppure cattive ed estranee, e soprattutto conoscerai la storia di tre donne incredibili e del loro coraggio nell’affrontare le voci.
Ciò che raccontiamo è frutto del grande lavoro di diverse associazioni di uditori di voci, riunite a loro volta in diversi network mondiali, tra le quali spiccano Intervoice e Hearing Voices Network (Rete degli Uditori di Voci).
Non ti resta che leggere.
Seguimi, dai!
Indice
- Voci familiari
- Voci estranee
- L’esperienza di Rachel
- Tipi di voce
- L’esperienza di Eleanor
- Hage e la paura dell’ignoto
- Conclusione
Voci familiari
Ad ognuno di noi, almeno una volta nella vita, sarà capitato di ascoltare le voci familiari nella propria testa. Secondo Intervoice, la più comune allucinazione uditiva si verifica sovente dopo la scomparsa recente di una persona cara.
Meno frequente, ma usuale, è sentire le voci, durante l’addormentamento e/o il risveglio. Questo tipo di allucinazioni non destano preoccupazioni, sono considerate del tutto normali, perché sono la conseguenza di un singolo attimo vissuto che si imprime nella mente.
Fuori da questi contesti, si raggruppano le voci estranee con le quali ogni persona è costretta ad interagire e che apparentemente sembrano non avere nulla a che fare con la persona. Apparentemente…
Voci estranee
Sono le voci che possono spingere ad atti sbagliati, che possono criticare i comportamenti e che addirittura possono dare una indicazione spirituale. Queste voci possono rivolgersi alla persona oppure possono dialogare tra loro, come se la persona fosse solo una testimone involontaria.
Secondo il Dr Tissi (Ospedale Sacco di Milano), sentire le voci non implica necessariamente un episodio di schizofrenia, né di un singolo attimo vissuto che si imprime nella mente, può invece nascondere un episodio di origine traumatica, di solito successo nell’infanzia, che la psiche tenta di rimuovere, ma che prepotentemente torna alla ribalta.
Famosa tra gli uditori di voce è proprio Rachel. Conoscere la sua storia ti aiuterà a comprendere meglio il fenomeno.
L’esperienza di Rachel
La sua storia divenne pubblica, durante il 6° Congresso Mondiale del Sentire le Voci, organizzato da Intervoice.
Rachel raccontò che, al primo anno di Università, cominciò a sentire tre uomini che parlavano di lei, ridevano e pianificavano di ucciderla. Ovviamente, attorno, non c’era nessuno. Cominciò a temere che qualcuno la filmasse. Perfino, al supermercato, le sentiva criticare i suoi acquisti. Nel tempo, le voci divennero più aggressive e per tacitarle provò addirittura il suicidio. Sarebbe potuta crollare, ma ebbe la forza di cercare un vero contatto con le sue voci.
Fu quella la chiave di volta, che le permise di affrontare il problema.
Il suo racconto al congresso sancì definitivamente la possibilità di aiutare le persone capaci di sentire le voci: bisognava creare una relazione con le voci ascoltate.
Va chiarito che Rachel era rimasta tutto il tempo sotto cura con gli psicofarmaci, ma nulla escludeva la possibilità di conferire alle proprie voci la valenza di esperienze significative.
L’idea del confronto divampò tra gli uditori di voci e portò alla nascita di gruppi di sostegno.
Il confronto
I primi gruppi di sostegno furono gestiti dalla Hearing Voices Network (Rete degli Uditori di Voci) su scala mondiale.
Durante gli incontri, gli aderenti poterono condividere le proprie storie, avere un senso di appartenenza e scoprire piccoli accorgimenti per imparare ad affrontare le proprie voci.
In pochi, ma incredibili casi, si è potuto constatare che, dopo il confronto, le voci udite da una persona potessero interagire con le voci udite da un’altra persona.
Sempre Rachel, in uno degli incontri più celebri, raccontò che sentiva 13 voci. Alcune erano amiche come Blue, un bambino spaventato ma spavaldo di 3 anni, Elfie, un adolescente arrabbiato, Tommy, un minorenne che critica il modo in cui Rachel parla, Scream, una voce femminile molto addolorata e sofferente. Rachel conviveva perfettamente con le voci amiche, al punto che spesso riusciva a leggere pure le fiabe alle voci più giovani.
Altre erano critiche, da lei definite “I Non Ancora”, pronte a dire cose brutte e offensive. Ad esse, dava poco spazio, le ridimensionava, le ridicolizzava, come se fossero “bulletti da sistemare”.
Dal lavoro svolto dai gruppi di sostegno è stato possibile ricavare una classificazione dei tipi di voce ascoltate.
Tipi di voce
Secondo Intervoice, le voci amiche possono ricercare un contatto positivo e non necessitano di un supporto di natura farmacologico, ma solo di tanta pazienza.
Le voci negative, al contrario, vanno affrontate con rimedi farmacologici, giacché il paziente è sopraffatto dalla paura, ed il supporto di un terapeuta.
Alcune tra le voci più comuni sono:
• Voce di qualcuno che chiama il tuo nome quando nessuno è intorno a te.
• Voci delicate di udito quando cadi addormentato.
• Voci del pensiero delle altre persone, come se fosse possibile sentire i pensieri.
• Voci spaventose che ti ordinano di tentare le cose pericolose o di gestire il tuo comportamento.
• Voci amichevoli che ti dirigono a fare le cose che sono inadeguate.
• Voci di audizione che sono complementari ed utili.
• Uditi delle due o più voci che discutono o che combattono dentro la testa.
Se le voci possono essere di tipo diverso, quasi sempre la causa principale non è la schizofrenia, ma un episodio traumatico. Eleanor fu esemplare nel suo primo racconto.
L’esperienza di Eleanor
Eleanor Longden all’età di 18 anni cominciò a sentire una voce diabolica. Una volta, la voce minacciò di uccidere i suoi familiari se non si fosse tagliata un dito. Ella affrontò la sua voce e rifiutò di mutilarsi.
In seguito, la voce l’accusò di essere debole e, peggio, di essere stata debole in passato, quando aveva subito abusi. Lei per un attimo tentennò. Credeva fosse la solita accusa intrisa di cattiveria. Ben presto, cominciò ad interrogare la voce e così i ricordi degli abusi, subiti da bambina, riaffiorarono nella sua mente.
Il trauma tentava di farsi strada, di portare a conoscenza di Eleanor cosa fosse accaduto al suo corpo ed alla fine c’era riuscito. Eleanor ha fatto arrestare chi l’aveva abusata e la voce si è affievolita nel tempo.
Grazie ad Eleanor sappiamo che sentire una voce può nascondere altro, può celare un abuso, un trauma, un qualcosa che il cervello vuol raccontare in altri modi.
Sono trascorsi diversi anni dai primi incontri ed oggi le persone capaci di sentire le voci sanno come muoversi. Intervoice e Hearing Voices Network continuano a promuovere il confronto, seguendo i dettami di tre donne: Rachel, Eleanor ed Hage. Chi è Hage?
Hage e la paura dell’ignoto
Hage è una persona capace di sentire le voci. Solo che le sue voci sono abbastanza famose. Le sue allucinazioni coinvolgono gli eroi dell’Iliade e Odissea.
Hage capì subito che le sue voci non potevano certo essere reali, proprio a causa della storicità dei personaggi, e decise di giocare con esse. Si divertì a coinvolgerle in ogni momento della sua vita, ridendo della loro difficoltà a vivere nel mondo moderno.
Era il passo che mancava!
Hage dimostrò che rendere divertente la capacità di sentire le voci poteva migliorare notevolmente la qualità di vita. Si ha paura di quel che non si conosce, ciò non valse per Hage. Neanche per un attimo lasciò che l’ignoto la travolgesse ed usò la forza di spirito per accendere una luce sulle ombre del suo cervello.
Conclusione
Tante voci e tre donne. Se nel mondo si ha meno paura delle voci lo si deve a Rachel, Eleanor ed Hage.
Ognuna ha trovato una via diversa per affrontare le pieghe oscure del proprio cervello, ognuna ha fatto i conti col proprio passato, ognuna ha viaggiato dentro di se, prima di barcamenarsi tra i flutti della vita: non è quello che dovremmo fare tutti?
I
*Le informazioni non costituiscono un parere professionale e non intendono sostituire la ricerca di un consulto individuale con un medico o altri professionisti sanitari qualificati. Il lettore non deve tralasciare o ritardare la ricerca di un parere medico a seguito delle informazioni reperite su questo sito.
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