Farmacista Di Gagliato

Il Metaverso sarà utile nella cura delle malattie

Tempo di lettura: 3 minuti

Il Metaverso è salito alle cronache grazie alle novità futuristiche del Zuckerberg di Facebook. Ce ne occupiamo perché il Metaverso sarà utile nella cura delle malattie. Quanto ci vuole perché accada? Prima di quanto immagini.

Nelle prossime righe scoprirai come e perché il Metaverso può cambiare il modo di fare la diagnosi e la terapia. Una nuova frontiera sta per essere superata, non vuoi saperne di più?

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Indice

  • Il cervello è un gps
  • Il cervello simula
  • Dad, videoconferenza e realtà virtuale
  • L’esperienza del Metaverso
  • Tv e Metaverso
  • Metaverso e malattie
  • Conclusioni

Il cervello è un gps

Prima di varcare la soglia del Metaverso, occorre che tu sappia come funziona il cervello, in particolare come combina la memoria e le sensazioni percepite in un evento per formare l’identità autobiografica.

Ci aiutano, in questo senso, le ricerche condotte dai coniugi Moser, premi Nobel, secondo le quali il tuo cervello registra la memoria, fissa il ricordo di persone ed eventi, ne conserva le sensazioni e contribuisce a formare l’identità autobiografica, solo quando questi avvengono in luoghi precisi e ben definiti.

Questa è la condizione chiave: il cervello deve riconoscere lo spazio in cui ti muovi. Per farlo, questo potente organo usa i neuroni gps, che si attivano appena ci muoviamo in uno spazio riconoscibile.

Potremmo dire, banalmente, che ci sentiamo lavoratori perché andiamo a lavoro, ci riconosciamo sportivi perché andiamo in palestra, e così via…

Una volta riconosciuto lo spazio in cui ti muovi, il cervello deve combinarlo alle percezioni che riceve. Come fa? Creando una simulazione

Il cervello simula

Il cervello è un simulatore di realtà. Ti aiuta a capire se facciamo un esempio.

Devi afferrare una forchetta che si trovi sul tavolo, poco distante da te. Il tuo cervello comincerà a simulare la mano che si allontana dal corpo e si avvicina alla forchetta. Elaborerà una sequenza video di immagini, che iniziano con la mano vicino al corpo fino alla presa della forchetta. Nel contempo, produrrà una percezione tattile metallica della forchetta che presto verrà afferrata. La simulazione prodotta dal cervello sarà completata appena la mano avrà preso la forchetta e ne riconoscerà la sensazione metallica.

Riassumiamo: ogni azione è frutto di una simulazione che il cervello crea, basandosi sulla percezione dei vari stimoli che il corpo produce in uno spazio ben definito. Il cervello sa che la forchetta è metallica, e si trova in uno spazio ben preciso, e la mano è distante da essa e deve muoversi verso la forchetta.  

Vuoi qualche prova di queste simulazioni? Eccone due: il paziente che avverte il dolore alla gamba amputata, alla gamba che non c’è, e l’anoressia nervosa, in base alla quale una persona si percepisce diversa dal suo essere reale.

Ora ti chiediamo: e cosa accade se il cervello si trova in luoghi che non esistono?

Dad, videoconferenza e realtà virtuale

Quando siamo in videoconferenza, in Dad, su una qualunque piattaforma digitale (Facebook, TikTok, Instagram, etc.…), all’interno di una realtà virtuale o realtà aumentata, i neuroni gps non sono attivi e non si crea, quindi, alcun traccia di memoria, nessuna esperienza e nessuna costruzione identitaria.

Dopo alcune ore sui Social, ti è capitato di avvertire una sensazione di vuoto? Il cervello per tutto quel tempo è rimasto spento. Tu hai vissuto, ma non ne è rimasta traccia. Il Metaverso è diverso?

L’esperienza del Metaverso

Anche il Metaverso è un simulatore, proprio come il cervello. Combina la realtà fisica e la realtà virtuale, grazie all’uso di strumenti come gli occhiali ibridi, le tute digitali e altri accessori, appena testati.  Il cervello sente di muoversi dentro uno spazio definito e riconoscibile, attiva i neuroni gps e percepisce le sensazioni, vivendo una esperienza di cui rimane memoria ed identità autobiografica. Questa è la vera rivoluzione!

La fusione tra il mondo reale e virtuale è tale che l’avatar vive assieme a te. Quando ti muovi nello spazio reale l’avatar si muoverà con te. Se l’avatar viene toccato nel mondo digitale tu lo senti nello spazio reale e viceversa.

Il vissuto è così incisivo, cosi impattante, che i tuoi comportamenti possono essere profondamente condizionati, come neanche la Tv ha mai fatto finora.

Tv e Metaverso

Se la tv può influenzare l’opinione e i comportamenti umani, il Metaverso può modificare radicalmente la percezione di te stesso.  Quanto? Giudica tu.

La ricercatrice Banakou ha condotto diverse prove. Qui ne citiamo due i cui risultati sono a dir poco eclatanti.

In uno studio, ha fatto entrare 60 persone nel corpo di Einstein con il risultato che diventavano più intelligenti. Secondo la percezione del cervello, se sei Einstein devi essere intelligente, ti comporto come se lo fossi e quindi lo sei davvero. (https://scholar.google.com/citations?view_op=view_citation&hl=en&user=svvHLiYAAAAJ&citation_for_view=svvHLiYAAAAJ:eQOLeE2rZwMC)

In un’altra prova, ha fatti entrare una cinquantina di persone nel corpo di un soggetto di colore con il risultato che avvertivano una maggiore sensibilità nei confronti del razzismo. Se sei nero ovviamente avverti maggiormente i problemi delle persone di altro colore. (https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fpsyg.2018.00917/full?fbclid=IwAR0Izzq2gNvQ58QMi5Jm40Qx08K08Kt3Sc5xqtKF2Ezefei1IOWwW7DcO9o)

Chiarito che il Metaverso può essere cosi impattante, possiamo allora cominciare a capire in quali circostanze può aiutarci nella cura delle malattie.

 

Metaverso e le malattie

Già, perché il Metaverso è in uso in diverse patologie.

L’Università di Basilea, ad esempio, ha messo in cura i pazienti affetti da aracnofobia. Il paziente, nel Metaverso, accarezza i ragni fino alla naturale abitudine, risolvendo così la fobia.  

Diverse cliniche psichiatriche lo adoperano nei pazienti che hanno subito un trauma. Nel Metaverso vivono circostanze che possano chiarire meglio i contorni del trauma e possono così effettuare una terapia di superamento più efficace.

Anche per la riabilitazione fisica si può utilizzare il Metaverso. I pazienti affetti da Parkinson vengono calati in un corpo atletico ed il cervello riesce a spingere il corpo a fare esercizi, che naturalmente non potrebbe fare. Come vedi le possibilità sono molteplici.

 

Conclusione

La telemedicina sembrava il futuro, ma il Covid-19 ha dato una spinta e questa possibilità di diagnosi è diventata prassi.

Il Metaverso è altro. È uno spazio nuovo in cui il cervello potrà fare dell’esperienze stabilite a priori. Potrà essere educato a vivere stimoli e produrre memoria di quel che decidiamo prima. Sarà lo strumento più potente mai inventato prima perché servirà ad istruire il cervello.

E come ogni strumento nuovo andrà con cautela. Cosa succederebbe se entrassi nel corpo di Putin e lo utilizzassi come avatar?

*Le informazioni non costituiscono un parere professionale e non intendono sostituire la ricerca di un consulto individuale con un medico o altri professionisti sanitari qualificati. Il lettore non deve tralasciare o ritardare la ricerca di un parere medico a seguito delle informazioni reperite su questo sito.